Si è trattato di un Campionato d’Italia di grande successo per Elisa Chimirri. Non solo perché a Cervia ha vinto la medaglia d’oro del Criterium Amazzoni di Secondo Grado, ma anche perché ha conquistato questa vittoria in sella a un cavallo nato e cresciuto in casa Chimirri. Si tratta di Cornico, un cavallo di 8 anni con un’importante genealogia: è infatti di un figlio di Cornet Obolensky e Conticas (da Conte Della Caccia).
Elisa Chimirri, dopo aver montato per diversi anni in Francia, dal 2020 veste i colori dell’Italia. Quell’anno ha vinto il Campionato d’Italia Juniores ed è stato solo l’inizio dei suoi successi. Ha già solcato l’ovale di Piazza di Siena e ambisce a risultati sempre più importanti. Da qualche mese fa parte del Gruppo Sportivo Carabinieri: veste questa divisa con grande orgoglio, proprio come suo papà Bruno.
Che sapore ha questa vittoria?
«È stata una bellissima vittoria soprattutto grazie a Cornico. È nato nell’allevamento di mio nonno e mio papà in Calabria. Poi l’abbiamo portato nella scuderia di Torino. È cresciuto con noi, è un cavallo eccezionale, e lo dimostra ogni giorno».
L’ha sempre montato lei?
«Non solo io, anche mio papà. I 4 e 5 anni li ha fatti con me, poi a 6 anni abbiamo avuto qualche difficoltà. Aveva tanto carattere da giovane, si metteva un po’in difesa. Però pensavamo che fosse davvero un buon cavallo e volevamo fare le cose per bene: allora lo ha preso mio papà sotto la sua sella per portarlo avanti al meglio. Pensavamo che lui, avendo più esperienza di me, avrebbe sicuramente fatto un lavoro migliore. Io l’ho ripreso a 7 anni e sta procedendo sempre meglio».
Mi racconti meglio… com’è il suo carattere?
«Lui è un guerriero. Ha una gran voglia di far bene, vuole sempre fare zero. Poi ha un carattere davvero forte, anche rispetto all’altro mio cavallo, Calandro: anche lui ha questa stessa voglia di mettercela tutta, però è molto più tranquillo. Lui è il cavallo serio, l’allievo perfetto. Mentre Cornico è un giocherellone. Verso i 5 anni poi ha tirato fuori tutto il suo carattere. Poi nel tempo è migliorato, ma è rimasto il cavallo esplosivo che è sempre stato».
Che aspettative aveva per questo Campionato?
«In generale cerco di non avere troppe aspettative. Una gara può andare bene, può andare male, può cambiare tutto da un momento all’altro. Sapevo solo che Cornico in questo periodo stava saltando benissimo e quindi potevamo fare molto bene».
In testa già dal primo giorno. C’era pressione?
«Non molto. Cercavo di non averne io e di non metterne al cavallo. Ho vissuto questo campionato come un’esperienza sia per me sia per lui che è ancora giovane. Alla fine è sempre un percorso di crescita…»
Cosa ha pensato prima di entrare in campo per l’ultima prova?
«Lì un po’ d’ansia c’era… a quel punto volevo cercare di vincere. Sapevo di avere 8 penalità di margine rispetto al secondo classificato. Volevo fare un bel percorso netto, ma non avevo capito che il tempo fosse così stretto. Quindi nel prendermela con calma per cercare di fare zero, ho preso ben 6 penalità sul tempo. Altri due secondi e mi sarei giocata la medaglia d’oro».